La melma scivola impetuosa, schizza e coinvolge chiunque voglia provare ad arrestarla per questo i vertici militari dell’Arma modenese non hanno esitato a comunicare in pompa magna lo spostamento ad altri incarichi per chi, il tribunale del popolo mediatico, aveva già scritto la sua inappellabile sentenza.
Incredibilmente sembra essere girato il vento, l’onda di fango e melma ha trovato una piccola diga, i titoli di condanna si sono trasformati in più prudenti “quel video era una ricostruzione parziale” e le domande sull’etica di chi confeziona e gestisce le notizie vanno ad alimentare quelle su dove voglia volgere effettivamente lo sguardo questo sistema.
Cosa accadrà a questi militari adesso? Continueranno ad essere additati comunque come dei delinquenti in divisa? Il sistema Arma cosa prevederà per loro? Una giusta sanzione disciplinare perché comunque hanno creato nocumento alla benemerita istituzione? Scomoderanno anche l’anacronistico tribunale militare sempre pronto a scagliare vergati avvisi di garanzia ad applicazione del poco attuale “codice penale militare in tempo di pace”?
Il pericolo concreto, reale, per nulla peregrino è che quei militari per il solo fatto di essere stati vittime di un taglia e cuci “cinematografico” abbiano a pagare il solo fatto di non essere stati più comodamente assegnati a un magazzino vestiario, a un nucleo comando o un ufficio “OAIO” il cui nome dal suono esotico dà proprio un senso di maggior leggerezza rispetto a quante responsabilità e problemi si può avere a bordo di una gazzella…. senza nulla togliere a chi in ogni mansione fa bene il suo mestiere.
L’appello quindi è per le neonate organizzazioni sindacali che l’ Arma a fatica cerca di portare avanti affinché vigilino sulle reali conseguenze e sulle reali tutele che gli uomini dei radiomobile d’Italia devo avere soprattutto in circostanze come questa.
In Giacca Blu – Michele Rinelli