
Non sarai mai un buon operatore di Polizia fino a quando non sarai in grado di fornire un convincente perché a qualsiasi azione operativa. Quel perché non lo dovrai però fornire alla pubblica opinione, che il più delle volte ti avrà processato più velocemente di Ponzio Pilato, quel perché dovrà convincere un giudice, un magistrato il quale si spera voglia guardare ai fatti e non ascoltare mai la folla che invoca “barabba”.
In poche ore sono due gli eventi critici che hanno coinvolto tra le più importanti forze di polizia locale esistenti in Italia, il primo a Napoli dove un luogo tenente della Locale partenopea a seguito di una ferocissima aggressione è stato costretto a ricorrere all’arma da fuoco mentre a Milano una trans, che si esibiva in un inappropriato atteggiamento nei pressi di una scuola, dopo aver pesantemente reagito agli operatori di polizia, è stata fortemente percossa di fronte ai soliti telefonini sempre pronti a cogliere eventi di questo tipo.
È purtroppo un caso che la cronaca ci parli in poche ore di due situazioni che hanno visto protagonisti operatori della polizia locale ma le carenze o gli atteggiamenti potrebbero essere gli stessi per qualsiasi altra divisa dello stato.
A Napoli l’operatore coinvolto nella tragica aggressione ha dichiarato di non aver avuto altra scelta che usare l’arma d’ordinanza precisando che se avesse avuto il taser la situazione si sarebbe evoluta in maniera diversa. https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/05/24/news/napoli_vigile_colpito_con_spranga_da_clochard_era_una_furia_ho_dovuto_sparare-401526453/
A Milano invece gli operatori della locale coinvolti sono almeno tre, la trans, che per chi conosce la tipologia di individui sono spesso persone fisicamente prestanti, appare nel video come inerme, incapace di reagire, confusa nelle reazioni così forse come gli stessi operatori, probabilmente non adeguatamente supportati da una solida formazione mentale. https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/donna-picchiata-polizia-locale-c1pw3u27
Cosa lega quindi le due vicende così distanti sia per geografia che per tipologia di intervento?
Queste vicende hanno un filo comune rintracciabile nella formamentis, nella preparazione tecnico operativa, nella poca consapevolezza che un bastone distanziatore non ti rende più efficace, se non lo sai usare, così come un taser non ti rende più efficiente se non hai una adeguata preparazione.
L’evento di Milano il cui epilogo è diventato virale sui social palesa senza mezzi termini quanto la preparazione mentale, la consapevolezza della situazione, l’elemento umano sia effettivamente di troppo presente. Trova poca se non assente giustificazione ad esempio il ripetuto ricorso all’uso del bastone, un utilizzo evidentemente dettato dalla perdita di controllo, paura, dallo smarrimento emotivo o dalla assenza di un qualsiasi schema predeterminato…. difficile giustificare ripetuti colpi su un soggetto verosimilmente inerme e già colpito dalla azione dello spray urticante in un momento dove potevano e dovevano essere protagoniste solo le manette
Sia chiaro, ciascuno degli attori in campo si assumerà gioco forza la responsabilità della propria azione è evidente però che da ambo le parti esiste una componente che non tiene in considerazione del valore della professione, l’azione necessaria dell’uomo, dove è l’operatore che risolve l’emergenza non l’attrezzo che utilizza.
La formazione, la professionalità, il non perdere mai di vista che chi fa il poliziotto deve addestrarsi per non perdere la testa, per gestire la paura, per contrastare il senso di inadeguatezza verso una società subito pronta a schierarsi dalla parte di Barabba.
Da Napoli a Milano vada quindi ai colleghi il mio più grosso augurio di poter rispondere alle contestazioni con dei convincenti perché così da non subire gravi e drammatiche ripercussioni giudiziarie, a noi che guardiamo dal di fuori invece spero rimanga la consapevolezza che la preparazione tecnica è un diritto e un dovere per tutti coloro che vogliono affrontare la strada da veri professionisti.
In Giacca Blu – Rinelli Michele