Il pensiero collettivo sostenibile? “Hanno espresso semplicemente un loro diritto costituzionalmente garantito.” ( https://www.ilmessaggero.it/italia/ascoli_poliziotti_firmano_banchetto_pro_salvini_ultime_notizie-4275443.html )
La vicenda, alla ribalta nelle ultime ore, è quella di due poliziotti, in servizio, che si fermano, in divisa, a sostenere pubblicamente una iniziativa politica, quella della Lega, a difesa del Signor Ministro Matteo Salvini, indagato per il noto caso della Nave Diciotti e del mancato sbarco dei naufraghi salvati nel mediterraneo.
La Questura di Ascoli Piceno, dopo aver visto le immagini dei due poliziotti, che in servizio hanno dato pubblico e “istituzionale” sostegno all’iniziativa politica della Lega, ha aperto un fascicolo amministrativo che, mi auspico, porti solo a un “banale” richiamo sui principi deontologici della figura del poliziotto ma anche del sempre più smarrito senso dell’opportuno.
Perché nulla si può e si deve contestare a questi colleghi che non sia il ribadire loro il valore dell’uniforme, dell’impatto “social” di una certa immagine, di quello che quando indossano quelle vesti devono rappresentare. Potevano aspettare la fine del servizio, non averlo fatto ha un significato, enorme, difficile da spiegare a moltissimi italiani.
Ricevo attacchi feroci sulla mia pagina Facebook rispetto a questo pensiero, così forti da pensare, probabilmente, di essere vecchio, fuori luogo, di essere io quello smarrito e perso nel passato e non chi, come quei colleghi, non ricorda che quelle vesti non devono essere né leghiste né grilline ma semplicemente capaci di infondere sicurezza a tutti i cittadini, anche a coloro i quali che, ideologicamente, sono distanti dal lavoro e dai compiti delle forze dell’ordine.
Spero che questa vicenda faccia semplicemente riflettere tutti coloro i quali indossano un’uniforme… Ma una certa rabbia evidentemente è così tanta che, chi scrive, sarà sempre il “solito comunista”.
In Giacca Blu – Michele Rinelli