ABUSI, SOSTANZE E MORTI DI STATO….

Sono giorni di ipocrisia quelli che vedono la svolta legata alla morte del povero Stefano Cucchi, ipocrita perché, pur di lavarci una coscienza, che non c’è, si chiede e si propone di intitolare a quel ragazzo monumenti, strade, pubbliche targhe.
Una coscienza che manca è quella che nessuno propone, nessuno evidenzia, che si sottace, anzi, forse si nasconde ed è quella dell’abuso di sostanze.
Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini sono tutti “morti di stato” dove sullo sfondo nessuno parla di quelle sostanze che fanno da contorno a quelle morti, sostanze che se non fossero state assunte, probabilmente, non avrebbero portato all’incontro scontro con le forze dell’ordine.
Nessuno, nemmeno il più derelitto del pianeta merita di essere ucciso a botte o semplicemente picchiato dagli esponenti della forza pubblica, certo è che per evitare queste morti probabilmente qualcosa in più dovremmo fare per prevenire la diffusione delle droghe più comunemente abusate.
Droga, alcol, sostanze psicoattive in genere, da tempo sono il motivo, o la scusa, per scontrarsi con le divise ma nessun investimento vero si vede da parte del sistema per prevenire l’aumento di chi queste sostanze ne abusa. Politiche antidroga? Antialcol?…. Non pervenute!
Il degrado che portano questi abusi è palese, da tempo, così come palesi sono l’assenza di leggi per fermare questo mercato di caos e morte, la cronaca infatti ci regala quotidianamente processi inutili, per colpa delle leggi, verso chi spaccia morte.
Non una scusa quindi per alleviare le responsabilità di chi, con la divisa, non è stato in grado di preservare la vita di certi soggetti ma solo l’evidenza che se non si colpisce il mercato di chi semina morte continueremo a cercare le colpe in quelle uniformi chiamate, spesso loro malgrado, a gestire problemi semplicemente e strettamente sociali che, giocoforza, diventano interventi di polizia.

IN GIACCA BLU – Michele Rinelli