VIOLENZA NERA…. “BLACK SCORPION”

I poliziotti arrestati a Memphis per la morte di Tyre Nichols

Memphis, oltre 600.000 abitanti, quasi un terzo di origine afro americana, una città dura, difficile, evidentemente violenta che da qualche giorno è diventata simbolo, 5 poliziotti dalla pelle nera hanno pestato a morte Tyre Nichols per non chiare e precisate ragioni.

Tyre, anche lui, afro americano, uno dei tanti cittadini di Memphis ha incrociato quattro “Black Cops” appartenenti all’operazione “SCORPION” acronimo americano che suona più o meno “Operazione Speciale per il recupero della pace e della  sicurezza del vicinato”.

I 5 black scorpion dopo aver incrociato Tyre, lo fermano, lo tirano giù dalla sua macchina… ma dalle immagini non si comprende il perché di tanta gratuita violenza passata tra taser, spray urticante e manganello telescopico di ferro…. Una azione cruda, terribile, esageratamente violenta che porterà il ragazzo a morire dopo due giorni per emorragia interna.

“Black lives matter” ma stavolta è “Black to   Black”, 5 polizotti neri uccidono un altro nero, un vero e proprio corto circuito, un fuori schema che rischia di costringere l’opinione pubblica americana a guardare la questione a più ampio spettro.

Onestamente non ho mai creduto troppo nella narrativa dei neri oggetto di premeditato razzismo da parte delle forze di polizia americane, se pur non esperto conoscitore della cultura americana che ha di certo dei gravi contrasti insoluti ho sempre creduto che nelle forze dell’ordine il problema si dovesse ricercare nella loro formazione.

Non parlo certo di quella umanistica, o solo di quella, che chiaramente risente del contesto sociale generale, credo però ci sia della impreparazione, della superficialità, tantissima paura di affrontare scenari violenti e spesso armati, del resto non c’è migliore difesa dell’attacco e la pelle, nera o bianca che sia, la vogliono portare a casa tutti…. Ma il problema è profondo, molto più complesso e si rischia di banalizzarlo.

Operare negli Stati Uniti non può essere giudicato con i parametri Italiani ma credo sia oggettivo credere che ci sono contesti dove la violenza è un problema culturale che prima deve essere curato nella società e poi, di conseguenza, nelle forze dell’ordine che del resto sono figli del contesto umano in cui lavorano e dal quale vengono scelti.

Speriamo che questo corto circuito, questo “Black Out” nel vero senso della parola, possa finalmente portare la società americana a ritenere la violenza delle forze dell’ordine un problema che nasce prima di tutto nella società stessa e non un male chiuso all’interno dei dipartimenti di polizia, del resto continuare anche in Italia a ritenere i poliziotti extraterrestri non aiuterà certo a guardare in faccia determinati problemi.

In Giacca Blu – Michele Rinelli

URBANA LATITANZA…

Matteo Messina Denaro, per chi come me inizia la sua avventura in Giacca Blu a cavallo del secolo scorso non può che sentire un brivido lungo la schiena che si trasforma in gioia nel momento in cui capisce che finalmente la latitanza di una delle più grandi bestie di mafia è finita.

Una gioia durata poche ore, tra improbabili interviste alla “Giletti” e l’Italico pensiero che tutto è finto…. e per questo tutto è vero.

Mentre scrivo la notizia che più passa non è quella della cattura, non sono i racconti di quei carabinieri che hanno passato gli ultimi anni della loro professione a cercarlo, tra palpitazioni, intercettazioni, verifiche e rischiose coperture da sostenere, la notizia è quella della dietrologia, quella del complotto, quella che, in fondo, si saranno certamente messi d’accordo.

E ho provato a leggerle le interviste che sostengono la tesi del facile complotto, quelle dove la trattativa Stato/Mafia non si è mai conclusa e a parte argomentate opinioni nulla ho trovato di reale, di concreto ma solo facili congetture tanto banali quanto scontate e che probabilmente si possono applicare a qualsiasi situazione che coinvolge personaggi così importanti.

Perché quindi riusciamo a prendere solo oggi Matteo Messina Denaro? Vogliamo veramente riuscire a sostenere un alto livello politico? Le possiamo escludere? Perché dovrebbe avere o non avere alte coperture istituzionali?

Partiamo da un principio, la malattia è un tempo sospeso nella vita di un uomo, è un momento di debolezza capace di fiaccare il più feroce degli animali, figuriamoci un uomo che, come tutti gli uomini, ha la necessità di curare se stesso.

Ecco quindi il primo punto, la necessità di curarsi, non vi può essere complotto dietro questa esigenza, un animale malato è un animale esposto e, prima o poi, qualcuno ti troverà.

Altro aspetto, Matteo Messina Denaro viveva e si muoveva a Palermo, troppo facili i parallelismi con Totò Riina, entrambi rimasti evidentemente nella normalità dell’agglomerato urbano…. Ma scusate dove sarebbero dovuti rimanere? In qualche caverna della Sila? In qualche bunker antiaereo della seconda guerra mondiale? In una buca in mezzo alle campagne? Luoghi da cui prima o poi devi uscire e se esci proprio da lì qualcuno prima o poi ti nota, luoghi questi che forse hanno anche provato in attesa di diventare vecchi, diversi, “normali” uomini perbene come tanti altri potreste incontrare nella vostra vita.

Ed è nella loro normalità la possibilità di essere “nascosti” tra la gente, con un buon documento contraffatto, forti del loro poter tranquillamente diventare, dopo tanti anni, persone “normali”, perché nascondersi in luoghi isolati quando tra la gente ci si nasconde meglio?

La cosa triste e banale è che il “buon” Messina Denaro avrebbe potuto tranquillamente eludere qualsiasi tipo di controllo di polizia, si permetteva vacanze, viaggi, spostamenti… perché? Avreste mai messo in discussione l’identità di un ultra sessantenne dalla faccia pulita, ben vestito, evidentemente benestante e che si fa identificare con un documento vero di una persona vera, “pulita” di cui non interessa a nessuno?

Su un controllo stradale, per esempio, avreste mai messo in discussione l’identità di un “vecchio”, magari malato, che magari stava andando a fare la chemioterapia?

Messina Denaro quindi è sempre stato protetto dalla politica? Dal livello della politica legato a doppio filo con la mafia? O è stato protetto anche è sopratutto dalle omologazioni? Dai preconcetti? Dal modello sociale di riferimento a cui crediamo debbano appartenere certi uomini di potere criminale?

Credo ci voglia più rispetto verso chi ha speso la propria vita per arrestare persone di questo calibro ma soprattutto si dovrebbero vietare certe elugubrazioni, certe supposizioni perché è vero che il potere è marcio ma non può esserlo sempre, per tutto e in ogni situazione…. Fino a prova contraria, si portino le prove e solo dopo si scriva la storia vera!

Grazie quindi al ROS dei Carabinieri per quanto fatto e rischiato in questi mesi.

In Giacca Blu – Michele Rinelli