
Ed eccoci qui, volge al termine anche il 2022, un anno che per molti forse non è stato poi così diverso dal 2021, speriamo però meglio di quel 2020 le cui tragiche immagini ci accompagneranno per sempre.
In questi ultimi periodi faccio molta fatica a parlare del mio mondo, forse perché ho davvero poco da dire a chi mi segue, forse perché far arrivare messaggi positivi o costruttivi in un momento dove il mondo sta completamente deviando verso scenari sconosciuti e difficili forse è inutile o forse perché nessuno ha più voglia di leggere ma solo di vedere senza guardare…. Del resto criticare senza polemiche non va più di moda.
La cronaca di questo ultimo anno non è stata così diversa da quella degli anni passati, di certo stanno cambiando le generazioni, le percezioni, i mezzi di esprimersi, sempre più audiovisivi, sempre più portati a un eccesso di stupire e per alcuni forse di stupidire….
Devo però dire che vedo con favore, giovani colleghi come Revman, il rapper in divisa, che si esprimono in maniera giovane per i giovani, vedo però anche che i vecchi, come me, con la divisa addosso, troppo spesso credono di poter continuare a pensare al mondo come a quello conosciuto 20 o 30 anni fa, chiedendo e pretendendo dai giovani colleghi espressioni e aspetti che forse erano giovani nel 1999.
Così che per la Polizia del 2023, che deve guardare a quella del 2030, insomma per quella che verrà, nella sua agenda vorrei uno slancio ancora più marcato verso la modernità, dove poter vedere il coraggio di risolvere i problemi in maniera attiva, dove chi gestisce, chi “comanda” non deve avere paura di farlo, anzi deve essere incentivato al cambiamento, alla risoluzione e per questo premiato, perché in questo mondo se un problema non si vede non esiste….e va tutto bene…. Perpetuando il drama del “si è sempre fatto così!”
Nell’agenda Polizia 2030 mi piacerebbe poter vedere una vera comprensione del fenomeno suicidi, per esempio o una vera rivalutazione sul territorio con una presenza più vera, più capillare, più preparata alle sfide di una società che solo nella parola Solidarietà, sostegno e umanità potrà trovare conforto e salvezza.
Una polizia umana quindi, non che oggi non lo sia, ma che il messaggio social diventi sempre più reale, sempre più concreto, una polizia che abbia la possibilità di risolvere i problemi, non di spostarli, non di accantonarli, una polizia che investe sull’ umanità del suo personale, sul suo ruolo sociale di cui alle volte sembra essere orfana, non solo e non certamente per esclusiva sua colpa.
La polizia del 2023 deve quindi guardare al futuro prossimo venturo, ai suoi uomini, alla società che dovrà gestire, una società sempre più povera e chiusa anche sui social, bisognosa di supporto, di umanità che ogni giorno di più viene compressa in una pagina Facebook, in un tweet o in una foto su Instagram.
Dobbiamo però crederci di più, dobbiamo restituire ai giovani colleghi i valori della missione sociale fatta di sacrificio vero, di rinunce vere, di valori umani veri di cui spesso i giovani sembrano essere a loro volta orfani, forse perché espresso in maniera troppo finta su un social network e questo, certo, non solo per colpa loro.
Quindi buon anno, buon 2023 con la speranza che ogni desiderio, ogni positivo proposito possa diventare realtà.
In Giacca Blu – Michele Rinelli
Auguri a tutti Vi ammiro per il lavoro e sacrificio che fate
Buon anno e forza che tanta gente e con voi
Annamaria Bordin
I valori di base alla funzione pubblica, non dovrebbero avere contraddistinguo di età o di epoca. Dovrebbero rimanere inalterati, e invece si sono spenti laddove ha preso sempre più piede l’individualismo e il profitto. E questo, a mio modesto avviso, è iniziato ben prima dell’avvento di Internet e del virtuale.