ANCHE SE LA DIVISA NON C’È L’ISTITUZIONE NON MANCA!

Il suono sordo della 9mm del maresciallo Presutti risuona ancora tra le mura sconvolte della caserma in cui ha scelto di uccidersi, così come nelle menti e negli sguardi di chi gli era accanto non può non risuonare l’angoscia del non aver intercettato l’attimo prima della scelta.

Alle esequie non si è presentata la Guardia di Finanza, così come scritto dagli organi di informazione, che hanno reso il suo suicidio una denuncia fortissima contro un sistema che, evidentemente, lo ha consumato dalle più profonde viscere del suo animo.  https://amp.perugiatoday.it/cronaca/viterbo-maresciallo-suicida-funerali.html

Non c’era l’istituzione ma c’erano i suoi uomini, non ha voluto divise Beniamino ma sarebbe giusto chiedersi se le istituzioni siano entità a se stanti o se, di fatto, basta togliersi la divisa per dirci che l’istituzione non era presente.

È chiara la risposta ma è altrettanto chiaro che se le istituzioni sono fatte di uomini non basta togliersi la divisa per dire che non c’erano Finanzieri a quei funerali così come non basta appendere la divisa nello spogliatoio per tornare a casa e sentirsi fuori servizio.

Così come accolgo la provocazione di questo scritto, https://linserto.it/suicidio-in-divisa-sconfitta-umana-e-istituzionale/ se è vero, se si muore senza lasciare dubbi sulle cause, sui motivi, perchè non abbiamo notizie di una inchiesta della magistratura, contro ignoti, per istigazione al suicidio?

Un reato, certo, di difficile dimostrazione anche in virtù della vetustà dei nostri regolamenti militari ma che non possiamo scartare a priori solo perché non dimostrabile. Un reato messo in ballo addirittura per un povero ragazzo di 13 anni ma che non trova mai e dico mai possibile applicazione nemmeno in casi come quello del povero Maresciallo Presutti.  https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/09/04/news/ti_devi_ammazzare_ale_suicida_a_13_anni_cinque_bulli_indagati-364108362/

Che poi, a ben vedere, siamo sicuri non serva istruire una indagine penale per istigazione? Nella logica del “male non fare paura non avere” cominciare a guardare dentro queste vicende siamo sicuri non possa avere effetti positivi?

Perché, ed è giusto dirlo, se non si cominciano a colpire i fautori del disagio militare, quelli che provocano l’insoddisfazione, la prevaricazione, l’ingiustizia, quelli del mobbing indimostrabile, continueremo a non diminuire la quota di tutte quelle divise che si uccidono per esclusivi motivi professionali, anche perché, è ovvio, non tutti i suicidi in divisa possono oggettivamente essere colpa delle condizioni umane in cui vivono i militari.

Bisogna guardarci dentro queste morti, bisogna che i vertici abbiano cura del proprio personale, è necessario esistano meccanismi di cui avere timore perché è chiaro che, al contrario, si innescherebbero situazioni dove la volontà di far stare eccessivamente bene le persone renderebbe il sistema ingovernabile e inefficiente, siamo italiani e abbiamo molti difetti in questo senso.

La morte del Maresciallo Presutti deve necessariamente portare a un nuovo corso, a un nuovo concetto di revisione dei rapporti professionali nei corpi militari dello stato, non si può morire di senso del dovere, non si può morire di svuotamento dell’individuo a favore del l’uniforme, qualcosa bisogna fare e bisogna farlo subito.

In Giacca Blu – Michele Rinelli

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