
È un pugno nello stomaco il massacro di Uvalde, in Texas, una follia che noi italiani facciamo fortunatamente fatica a comprendere, non abbiamo il fenomeno dei Mass shooter, non abbiamo la possibilità di acquisto di armi così semplice come in America ma questo non significa che questa storia non riguardi tutti noi.
19 anime innocenti, 2 insegnati, una di queste Eva Mireles moglie di un nostro collega, impegnata nella prevenzione e nella sensibilizzazione degli studenti al fenomeno degli sparatori di masse, infatti il marito, qualche settimana fa, ha concluso nello stesso istituto una esercitazione, con studenti più grandi, per la prevenzione e il contrasto degli sparatori.
Gli Stati Uniti, un paese che da sempre esercita in noi fascino e ammirazione… ma che paese è quello che costringe i suoi studenti ad affiancare le esercitazioni anti incendio a quella per contrastare l’azione del Mass Shooter?
Come si può accettare tanta follia dove addirittura una parte politica commenta “bisogna armare di più gli insegnanti!”…. Come si può credere che la violenza essendo evidentemente insita nella società debba essere banalmente sostenuta o contrastata anche con le armi da fuoco?
Ribadisco, è difficile commentare questa notizia con gli occhi di un poliziotto italiano ma è folle pensare di tenere in vita questa situazione solo per sostenere il mercato delle aziende armiere americane a meno che queste non comincino a sobbarcarsi importanti spese sociali e organizzative legate alla prevenzione e al l’intercettazione nonché alla gestione del disagio sociale…. E non è detto basti….
Ramos, lo sparatore di 18 anni, dalle prime foto non sembra essere il classico suprematista bianco ma una persona con un probabile disagio umano e personale… fermo restando che anche essere suprematisti evidentemente non sia proprio “normale”…. Ma se non si pone l’accento sulla prevenzione, sulla ricerca di disagiati da inserire in una blacklist a cui deve essere vietato detenere armi, se non si pongono limiti alla follia di certe menti avremo ancora tante morti da piangere ancora.
Questo però non vuole e non può oggettivamente essere un appello a una chiusura indiscriminata verso le armi, credo che i cittadini debbano e possano avere il diritto di averle sia per passione che per diletto se non addirittura per una sana e adeguata difesa abitativa ma più aumenta la libertà di acquisto di un’arma più il sistema deve concepire un elevato sistema di prevenzione per il contrasto a fenomeni di disagio che possano anche sfociare in un uso pericoloso di possibili armi detenute legalmente.
Nulla di facile, sia chiaro, ma nemmeno di impossibile i cui costi devono però ricadere sui produttori e sui possessori legali, sani e onesti, delle armi perché la società necessita di sistemi di controllo laddove possano insinuarsi meccanismi pericolosi e qualcuno, purtroppo, deve farsi carico dei costi.
Un pensiero quindi non può che andare a quei piccoli angeli la cui unica colpa è stata quella di essersi trovati in un luogo che per definizione dovrebbe essere il piu sicuro al mondo: la scuola!
In Giacca Blu – Michele Rinelli