
Le sentenze si rispettano, le decisioni dei giudici si rispettano, le leggi si rispettano ma si devono rispettare soprattutto le vittime.
Oggi è una giornata triste, una di quelle dove la giustizia non ha senso, a Trieste si è consumato l’ennesimo oltraggio a due ragazzi, i figli delle stelle, Demenego Pierluigi e Rotta Matteo i quali sono stati uccisi da una persona ritenuta non capace di intendere e volere quindi non imputabile.
Il pubblico ministero, nella sua requisitoria, quasi a scusarsi, ha dovuto chiedere l’assoluzione per una persona definita senza riserve un pericoloso assassino a cui però la giustizia nulla può esigere se non un ricovero coatto in una casa di cura per soggetti ritenuti pericolosi, una REMS.
Non un carcere quindi ma un ricovero, non una cella ma una stanza di albergo, nessuna giustizia dunque ma un vuoto epilogo devastante e assurdo.
Non è stata certo una sentenza inaspettata questa, che Augusto Meran se la sarebbe cavata era chiaro da tempo, che Matteo e Pierluigi sono morti inutilmente era limpido sin dall’inizio.
A noi che rimaniamo e assistiamo impotenti al giudizio della legge spetta probabilmente la consapevolezza che per non morire così bisogna fare di più in termini di dotazioni, organici, addestramento ma anche di leggi che aiutino l’operatore a essere più sicuro, meno esposto, gli operatori del settore sanno quanto sia difficile agire in sicurezza laddove gli strumenti a disposizione sono pochi e sbilanciati.
È solo colpa di Augusto Meran? Facciamo e abbiamo fatto abbastanza per tutelare i figli delle stelle prima che accadesse questa tragedia? Abbiamo capito in questo tempo terreno il perchè sono morti o ci sarebbe bastato solo condannare un colpevole? Perché è giusto prendersela con la legge, con i giudici che la applicano, con un assassino ritenuto malato di mente, ma è altrettanto giusto chiederci non solo il chi ma anche e soprattutto i perchè.
Ciao Matteo, Ciao Pierluigi, vi promettiamo che quaggiù continueremo a fare domande e a cercare risposte perché per una giustizia che non sarebbe potuta esistere solo quelle davvero servono per un “MAI PIÙ….”
In Giacca Blu – Michele Rinelli