Da quella società che celebra gli ergastolani: Onore a Giuseppe Iacovone

Non lo fai per una questione di soldi ma lo fai e basta, perché è quello che senti ed è ciò che è giusto fare ed è per questo forse che è morto Giuseppe Iacovone, Agente Scelto della Polizia di Stato caduto ad Isernia a seguito di un incidente stradale mentre inseguiva un SUV che si era dato alla fuga.

Non lo fai perché vuoi le medaglie o qualche soldo in più, a fine mese sempre 1300 euro sono, ne ammanetti 5 o 10,  o nessuno non cambia nulla ma questa vita ha un senso e non può non averlo.

Per quanto assurdo sembri quando ti lanci dietro a un folle che scappa con una macchina a tutta velocità non ci pensi minimamente al tuo stipendio, alla tua vita, alla tua famiglia a quello che lasceresti: ti lanci, lo insegui e capita che muori perché quella è la tua vita e quello era ed è il tuo dovere.

Ci possiamo pure arrabbiare ma lo sappiamo dal primo giorno, le statistiche poi parlano chiaro, gli esponenti delle forze dell’ordine numericamente non muoiono nel fragore o con l’onore delle armi ma muoiono banalmente  per colpa dei potenti cavalli a motore quali sono le moderne autovetture.

Quello che però mi fa arrabbiare è il silenzio, la capacità di questo sistema di informazione immerso nel disinteresse della pubblica opinione che non si preoccupa di chi siano davvero i poliziotti tranne se li arrestano per qualche nefandezza, sono violenti o quando fanno scalpore e generano chiacchierare scandalizzate nei bar… ma quando muoiono nell’interesse della collettività durante l’espletamento del servizio ecco che i media si fanno di nebbia e a parte solo qualche lancio di agenzia striminzito limitandosi a darne il triste annuncio in sordina e senza poi così tanto rispetto.

Ed è quindi nel silenzio dei canali di informazione che ci lascia Giuseppe a soli 28 anni, troppo pochi per una vita, ma abbastanza per i suoi cari, i suoi amici e i suoi colleghi per non onorarlo come sarebbe giusto.

Restituiteci o meglio dateci il beneficio della morte bianca, i nostri non sono considerati morti bianche,  perché in Italia lo sbirro deve mettere in conto anche di morire ma non importa come, se muore fa parte del mestiere ma nella più assoluta indifferenza la sua dipartita quasi non esiste nelle cronache al contrario di ben più blasonati ergastolani come Bernardo Provenzano di cui il dolore del figlio ha “inspiegabilmente” trovato molta più enfasi rispetto a come muore un servitore dello stato.

Chissà perchè poi ?

Ma dove andrà  a finire una società che celebra i delinquenti e seppellisce gli eroi quotidiani ?

Giuseppe ci lascia quindi  con questo dubbio oltre che con il dolore, la rabbia e lo scoraggiamento di valere sempre meno in mezzo alla strada e davanti ai media come uomini, persone e operatori della forza pubblica.

Onore all’Agente Scelto Giuseppe Iacovone.

Michele Rinelli –  In Giacca Blu

34 pensieri su “Da quella società che celebra gli ergastolani: Onore a Giuseppe Iacovone

  1. Onore davvero!
    Purtroppo l’autore dell’articolo ha davvero tristemente reso idea della tremenda realtà italiana: fa più audience il dolore di Provenzano che la morte di una persona perbene.
    Mia suocera diceva: “che cosa non si fà per il DioQuattrino”!.
    Purtroppo…….aveva tristemente ragione.
    Condoglianze alla famiglia.

  2. Giuliano "Volanti Questura di Palermo"

    Condoglianze alla famiglia del collega Giuseppe morto tragicamente per avere svolto con onore il proprio lavoro.
    Complimenti all’autore dell’articolo.

  3. Gabriella

    Caro Giuseppe, ONORE A TE! Saranno in pochi a renderti onore, ma saranno i migliori. ❤
    Chi celebra delinquenti e assassini, prima o poi, avrà ciò che si merita!
    Grazie a Michele, per aver dedicato a questi nostri fratelli un dolce pensiero.

  4. Marco BT

    non ho parole per esprimere il mio dolore per questo collega che a 28 anni nell’adempiere il proprio dovere viene a mancare all’affetto dei cari….R.I.P. collega e un abbraccio forte alla famiglia…. un consiglio…. non accettate cordogli dalle alte sfere xche loro non sanno cosa sia il dolore per la perdita di un figlio….un marito…un amico e soprattutto un collega… loro si mettono la coscienza al posto con il cordoglio….io POLIZIOTTO voglio essere apprezzato da vivo e non da morto!!!!

  5. francesco

    condivido in pieno tt quello ke è scritto in questo articolo, però permettetemi di aggiungere una piccola cosa: le Volanti, nonostante il complesso lavoro ke svolgono, sono sempre meno apprezzate e considerate all’interno dell’amministrazione, la serie B della PS. Il lavoro della Volante deve essere valorizzato così come i suoi operatori, d’altronde è uno dei lavori + difficili in Polizia . Inutile ke faccia presente la complessità del lavoro dell’operatore di Volante, ki è nell’amministrazione lo sa, a meno ke nn lo abbia dimenticato andando ai “piani alti”……….Valorizziamo l’operatore di Volante in tutto e x tutto, lo merita perkè è 1 incarico stupendo ma soprattutto da lustro alla Polizia di Stato la quale se ne rende sempre meno conto!!! ciao Giuseppe R.I.P.

  6. alessandro

    non è il primo collega a perdere la vita nel corso dell’inseguimento di un delinquente,non può essere una persona onesta diversamente si sarebbe fermato, e purtroppo non sarà l’ultimo,voglio illudermi che possa essere l’ultimo collega a perdere la vita in questo modo ma sono convinto che purtroppo non sarà cosi’.- I TG hanno dato ampio spazio all’ex ministro Brambilla per la sua campagna ipocrita animalista,al giocatore di palla a volo deceduto per cause naturali,che comunque ci rattrista perchè era una persona onesta padre di quttro figli, ma non avevano spazio per Giuseppe,morto e sepolto a 28 anni mentre cerca di fermare un delinquente, non avevano e non trovano spazio per parlare del collega ferito, chissà come sarà la sua vita da adesso in poi, non trovano spazio per la famiglia di Giuseppe per la scomparsa del loro congiunto, però dedicano tanto spazio al turista rapito e poi rilasciato durante l’escursione in India ma non hanno spazio per Rossella Urru che era andata in Africa ad aiutare i bisognosi,possibile che bisogna essere criminali per essere presi in considerazione ed essere ascoltati ??? Sarebbe questo lo Stato del diritto??? è una vergogna

    ciao Giuseppe,se ti è possibile da lassù cerca di alleviare le sofferenze dei tuoi cari,sono convinto che ne avranno bisogno

  7. giuseppina

    è triste guardare negli occhi un giovane collega che ci lascia mentre lavora, un uomo che amava ciò che faceva, che portava dentro di se amore per la legge e onestà nel cuore. Ti saluto collega insieme a tutti gli angeli in divisa ci guarderai da lassù

  8. gianluca

    non lo conoscevo, non è fondamentale, so che faceva il mio stesso lavoro e mi basta, questo lavoro non cerca la ribalta dei
    media ma la considerazione ed il rispetto che merita, purtroppo non tutti la pensano così, un ultimo saluto…ciao caro giuseppe

    1. Gentilissima, accolgo il suo insulto per diritto al libero pensiero ma un articolato insulto e non uno così lapidario renderebbe la discussione senz’altro più interessante 😉 un saluto

  9. Fabrizio carner

    Loro sono gli angeli che vegliano le nostre vite. spesso criticati quando ci multano..ma Loro sono i Veri Eroi! persone che tischiano la vita per una misera paga e che quando cadono in servizio lo fanno con silenziosa dignità e senza clamori.
    Onore e Rispetto per le forze dell ordine!

  10. dony

    non ti conoscevo personalmente ma mille lacrime sono scese per te e un forte dolore al cuore perchè non è giusto morire così. La vita ha un senso ma detto onestamente morire così non ce l’ha……solo questooo……..non ho paroleeeeeeeeeeeeee, non ci sono parole……..

  11. giuseppe

    voglio solo dire Onore al Merito per un ragazzo di 28 anni che ci ha lasciati nell’adempimento del proprio dovere e se quello dovesse essere preso di sicuro non stà nemmeno dentro i tg sanno solo parlare di cazzate ma non dei fatti reali di noi povera manovalanza che giorno e notte stà in mezzo alla strada quando un collega muore tante belle parole una bella bandiera tricolore sulla bara e una volta che sei sotto terra solo i famigliari del collega si ricordano ciao Giuseppe Riposa in Pace

  12. mu

    un caro pensiero alle persone che silenziosamente se ne vanno, nell’indifferenza di tutti, eccetto pe le persone che hanno avuto la fortuna di incrociarli anche solo per un momento nella propria vita.
    RIP Giuseppe.
    mu

  13. simone trentadue

    Anche Antonio Dinielli aveva 28 anni quando ci lasciò in una notte piovosa mentre tentava di arrestare due balordi su di una coupé rubata a Bari, anche altri due colleghi, poco più di un anno fa ci hanno lasciati e sempre per un inseguimento terminato male…. È stato duro vedere che intorno il silenzio dei media è stato assordante, mi sono incavolato, ho pensato di gettare la spugna un sacco di volte, ma poi la risposta era ed è una sola: andare avanti, andare avanti è basta, io sono sbirro, lo sono dentro, lo sono nell’animo… La mia, la nostra, è una vera e propria missione…
    un insegnamento l’ho avuto dal padre di Antonio quando in chiesa disse dinanzi ad autorità e comuni cittadini che solo in occasione della morte del figlio si era reso conto di far parte di una grande famiglia…. La Polizia di Stato. Non è mai stato lasciato solo, ogni sua lacrima era la lacrima dei colleghi, ogni suo bisogno era ed è il nostro bisogno…. Solo così riusciamo a tenere vivo il ricordo dei nostri angeli caduti, e chi se ne frega se i media preferiscono gli ergastolani e le loro notizie, noi siamo un gradino più in alto, siamo Poliziotti.

  14. ida viccione

    sono passati 4 mesi da quando non ci sei più sembrava ieri l’ultima volta che ti ho visto scherzare con i tuoi amici di sempre con quel tuo sorriso radioso ci manchi tanto e che giustizia sia fatta

  15. marcello

    ogni giorno lavoravo con lui ero il suo capo turno e lui per noi era il nostro ciclamino era il piu’ piccolo di noi – ci a lasciato troppo in fretta – ed ora da lassu’ vegliara’ su tutti i sui cari – ciao piccolo grande uomo – a presto –

  16. Pingback: Debito d’onore – Gli Ascari di monte Tandellai – Polizianellastoria

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